Le donne si ribellano alla violenza. Era ora che si scoprissero gli altarini nascosti per anni da un velo di indifferenza. Il silenzio di tante donne è stato il vero complice di queste nefandezze. Paura, opportunismo, fatalismo… ogni silenzio ha avuto il suo perchè.
Un vero esercito di donne si è schierato contro squallidi personaggi che hanno approfittato del loro potere per assoggettarle ed umiliarle. L’onda di denuncia è partita dall’America e si è diffusa in molti altri paesi. In Italia ormai è un coro di donne che sono invecchiate portandosi nel cuore e nella mente il senso di nausea per quello che hanno dovuto subire. Chi ha dovuto sottostare e chi ha rinunciato per non sottostare, porta nell’anima una ferita diversa. Le prime forse rimorsi, le seconde forse rimpianti.
Le denuncie più numerose sono nel mondo dello spettacolo, ma anche il mondo del lavoro dipendente si sta svegliando e chissà quanti, diciamo signori, in questo momento si sentono a disagio aspettando che qualcuna più coraggiosa si faccia avanti e li incastri.
Qualche decennio fa la pacca sul sedere o il complimento sfacciato per strada era una consuetudine, e ribellarsi era inutile: spesso si faceva finta di niente o al massimo si rispondeva per le rime o con un sonoro ceffone. Adesso le cose sono cambiate. La legge oggi permette alle donne di denunciare quanto hanno subìto, anche se le molestie sono solamente verbali.
Prendiamo atto che l’unica arma che le donne hanno per difendersi dalle prevaricazione, molestie e violenze è la denuncia!
Denunciare presso le istituzioni e pubblicamente, senza paura di eventuali ritorsioni. E sopratutto occorre creare una solidarietà di genere che le renda forti nella società civile e quindi capaci di ottenere il diritto sacrosanto di essere rispettate!