Berlusconi e l’incontro segreto a “Trinità dei monti”
Visto che 100 deputati in più di quelli dell’opposizione non sono sufficienti per governare, il povero Silvio Berlusconi si è messo alla ricerca ad altri scogli ai quali aggrapparsi.
L’alleato che gli sembra più abbordabile è Pier Ferdinando Casini, leader dell’UDC. L’anfitrione ovviamente è l’inossidabile Bruno Vespa il quale, stante che Porta a Porta è in ferie si tiene in allenamento sulla sua terrazza con vista Trinità dei monti. Alla cena, assolutamente esclusiva, partecipano il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, il presidente di Generali Cesare Geronzi, il cardinale Tarcisio Bertone, il leader dell’UDC Pier Ferdinando Casini, oltre ovviamente a Letta, Berlusconi ed il padrone di casa.
Questo schieramento di potere sacro e potere profano doveva servire ad esercitare su Casini la giusta pressione per dire si alle lusinghe del Cavaliere il quale sembra gli abbia offerto la vicepresidenza del Consiglio, il Ministero degli Esteri e l’indicazione del nome del successore di Scajola. Giudicate voi stessi se è poco per fare capitolare il capo di un partito poltronaro come l’UDC.
Le cronache non riportano con i necessari dettagli cosa abbiano detto i vari signori seduti attorno alla tavola. Il cardinale Bertone sembrerebbe che si sia gustato la cena in religioso silenzio.
La mozione degli affetti di Berlusconi nei confronti di Casini: “siamo fatti della stessa carne”, “siamo entrambi popolari europei”, “non colpiamo mai alle spalle, come fa Fini” e compagnia cantando, pare che non abbia avuto successo.
Casini chiede che l’atto prioritario siano le dimissioni di Berlusconi e la stesura di un nuovo programma di governo.
E se il Quirinale poi mi frega – obietta Berlusconi – proponendo un governo non presieduto da me e che tuttavia abbia una maggiornaza parlamentare?
Che tempi brutti per il povero Silvio! Non gli rimane che l’eremo di Villa Certosa!
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