Frasi di Muhammad Ali

Muhammad_Ali“Dentro il ring o fuori non c’è niente di male nell’andare al tappeto. La cosa sbagliata è restarci.”

“I campioni non si costruiscono in palestra. Si costruiscono dall’interno, partendo da qualcosa che hanno nel profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Devono avere l’abilità e la volontà. La volontà deve essere più forte dell’abilità.”

“Non credo di essere bello, ma che valore ha la mia umile opinione contro quello che dichiara lo specchio?”

“L’islam non è odio: Dio non sta con gli assassini”.

“Ero così veloce che potevo alzarmi dal letto, attraversare la stanza, girare l’interruttore e tornare a letto prima che la luce si fosse spenta”.

“La boxe è quando tanti bianchi stanno a guardare due neri che si riempiono di botte.

“Non ho rispetto per un uomo che non restituisce il colpo. Hai ucciso il mio cane? Nascondi il tuo gatto”.

“Quello che fai per gli altri è l’affitto che paghi per avere il tuo posto sulla terra.”

“E’ difficile essere tristi quando si è grandi come me.”

“Vola come una farfalla, pungi come un’ape!”

“La mia coscienza non mi permette di andare a sparare a mio fratello o a qualche altra persona con la pelle più scura, o a gente povera e affamata nel fango per la grande e potente America. E sparargli per cosa? Non mi hanno mai chiamato ‘negro’, non mi hanno mai linciato, non mi hanno mai attaccato con i cani, non mi hanno mai privato della mia nazionalità, stuprato o ucciso mia madre e mio padre. Sparargli per cosa? Come posso sparare a quelle povere persone? Allora portatemi in galera.

Siete voi il mio nemico, il mio nemico è la gente bianca, non i Vietcong i cinesi o i giapponesi. Voi siete i miei oppositori se voglio la libertà, siete voi i miei oppositori se voglio giustizia. Siete voi i miei oppositori se voglio uguaglianza. Voi non mi sosterrete mai in America per il mio credo religioso. E volete che vada da qualche parte e combattere. Ma difenderete mai voi me qui a casa?”

“La gente dice che parlo lentamente oggi. Sai che sorpresa. Mi sono beccato 29.000 pugni in faccia. Ma ho guadagnato 57 milioni di dollari e ne ho risparmiati la metà. Di pugni forti ne ho presi pochi. Sai quante persone di colore vengono uccise al giorno d’oggi da colpi di pistola o da coltellate senza incassare una lira. Magari parlo lentamente, ma la mia testa è a posto”.

Frasi sull’umiliazione di autori famosi

Secondo la definizione ironica di Ambroise Bierce, l’umiliazione (s.f.) è il comportamento più normale e opportuno di fronte a persona ricca e/o potente. 

“Non bisognerebbe mai togliere all’essere umano la sua dignità personale. Umiliare qualcuno è il crimine peggiore di tutti”.

(George Simenon)

L’umiliazione richiede che ci sia qualcuno disposto a farsi umiliare. Quando il tentativo di umiliazione fallisce, questo si trasforma in un boomerang piuttosto umiliante.

Le ingiurie sono molto umilianti per chi le dice, quando non riescono ad umiliare chi le riceve.

(Alphonse Karr)

Forse, dietro alla bella immagine che vorremmo proiettare di noi stessi, si nasconde un mostro che gode nell’assistere all’umiliazione del suo migliore amico.

“È un fatto che all’uomo fa piacere vedersi davanti umiliato anche il suo migliore amico; è proprio sull’umiliazione che si fonda in gran parte l’amicizia, e questa è una vecchia verità, ben nota a tutte le persone intelligenti.”

(Fëdor Dostoevskij)

“Per me è sempre stato un mistero perché gli uomini si sentano onorati quando impongono delle umiliazioni a propri simili.”

(Mahatma Gandhi)

Anche nelle situazioni più estreme di tentativo di umiliazione, la dignità umana può raggiungere delle vette incredibili.

“Per umiliare qualcuno si deve essere in due: colui che umilia, e colui che è umiliato e soprattutto: che si lascia umiliare. Se manca il secondo, e cioè se la parte passiva è immune da ogni umiliazione, questa evapora nell’aria. Restano solo delle disposizioni fastidiose che interferiscono nella vita di tutti i giorni, ma nessuna umiliazione e oppressione angosciose.”

(Etty Hillesum) Deportata ad Auschwitz, muore nel 1943 a meno di trent’anni.

Frasi di Giovanni Verga e Luigi Pirandello sul valore delle parole

Una delle interpretazioni contemporanee della fisica prevede che la realtà, per come siamo in grado di percepirla e studiarla, sia pura relazione tra fenomeni. La nostra esistenza,  da un lato evidente sotto la luce del sole, ma allo stesso tempo immersa nel mistero più profondo, non fa eccezione. Le relazioni tra uomini e donne si manifestano attraverso l’uso di parole con le quali proviamo a scambiarci concetti ed emozioni.  Ironicamente però queste parole hanno un valore del tutto soggettivo e quindi la comunicazione tra due persone che richiede un punto d’incontro fallisce, forse perché diamo per scontato che il nostro interlocutore ragioni e senta con una testa e un cuore simile al nostro.

Sfortunatamente non è sempre così, e l’obiettivo della comunicazione richiede impegno, se davvero lo si vuole raggiungere.

“Le parole hanno il valore che dà loro chi le ascolta.”

Giovanni Verga

“Come possiamo intenderci se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e il valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro?”

Luigi Pirandello

L’indifferenza in frasi di Oscar Wilde e Antonio Gramsci

“Parlare male di qualcuno è spaventoso. Ma vi è qualcosa di peggio: non parlarne.”

Oscar Wilde

Cosa spaventa più di tutto gli uomini pubblici cicguettanti di ogni razza e specie? L’indifferenza nei loro confronti, senza dubbio. Per questo li vediamo surfare sulla cresta dell’onda della loro popolarità, propagandare soluzioni facili, neanche fossero superman, alternare schizofrenicamente sorrisi colmi di solidarietà umana a insulti irripetibili espressi con inaudita violenza verbale.

Più parlano e più ricevono approvazioni, come like, share, retweet, commenti di incoraggiamento, ma anche disapprovazioni, sfottò, risposte piene di odio, e più continuano annebbiati come sono dalla droga della soro popolarità.

Mettendoci nei loro panni riusciamo a sentire l’ansia, il terrore, nell’istante in cui postano qualcosa di nuovo. “Oddio, che succede se nessuno risponderà a quest’ennesima provocazione?” o quando stanno per leggere nuovi sondaggi “Avere mandato affan.. tutto e tutti, avere calpestato la dignità di persone, essermi fatto fotografare nel presepe tra il bue e l’asinello, quanto avrà fruttato?”

Se è vero ciò che diceva Antonio Gramsci

“Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.”

forse oggi potrebbe esistere un’indifferenza positiva, unica arma contro la gara a chi la spara più grossa.

 

Il ricordo in frasi famose di Wilde e Kierkegaard

“Nessun maggior dolore che ricordare del tempo felice nella miseria” risponde Francesca a Dante che le chiede di raccontare la sua storia o come scrive Vincenzo Cardarelli “I ricordi, queste ombre troppo lunghe del nostro breve corpo, questo strascico di morte che noi lasciamo…”

Il ricordo, sia esso di un amore finito o di un amico perduto o anche di un momento felice, si associa quasi sempre alla malinconia. Ricordare ci riporta sempre al passato e fa emergere il rimorso per quel che potevamo fare e non abbiamo fatto, ci obbliga ad un giudizio impietoso su noi stessi e ci mostra quanto raramente abbiamo imparato dalla esperienza precedente.

Soren Kierkegaard, il filosofo danese vissuto nella prima metà dell’ottocento e Oscar Wilde lo scrittore irlandese vissuto nella seconda metà dello stesso secolo, morti entrambi giovani, si esprimono così sul “ricordo”.

  • Il ricordo è un consolatore molesto.
  • Il ricordo è un’ombra che non si può vendere, anche nel caso in cui qualcuno volesse comprarla!
  • Il ricordo è un traditore che ferisce alle spalle.
  • Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare.

Sören Kierkegaard

  • Si può sopravvivere a tutto al giorno d’oggi tranne che alla morte, e si può far dimenticare ogni cosa eccetto una buona reputazione.
  • L’istruzione è cosa ammirevole, ma ogni tanto ci farebbe bene ricordare che non si può mai insegnare quel che veramente vale la pena di conoscere.
  • Nulla è pericoloso quanto l’essere troppo moderni. Si rischia di diventare improvvisamente fuori moda.

Oscar Wilde

Cos’è l’onestà? Definizione di onestà in frasi di autori famosi

L’onestà è una parola di gran moda. Dal latino honestas, onestà indica la qualità umana di agire e comunicare in maniera sincera, leale e trasparente, in base a princìpi morali ritenuti universalmente validi. Questo comporta l’astenersi da azioni riprovevoli nei confronti del prossimo, sia in modo assoluto, sia in rapporto alla propria condizione, alla professione che si esercita ed all’ambiente in cui si vive.

L’onestà è dunque una condizione alla quale è possibile tendere nella misura delle proprie capacità. Perciò un disgraziato che ruba potrà tranquillamente continuare a credersi onesto perché condotto dalla necessità, o un traditore potrà dire di aver mentito per debolezza umana, o per la necessità di raggiungere un obiettivo moralmente più elevato.

Come si può misurare l’onestà di un uomo se non dopo la prova dei fatti?

“L’onestà, che cos’è? Niente. Un’astrazione. Una pura forma. Se io devo essere onesto, bisogna che io dia corpo a questa pura forma.” (Luigi Pirandello)

Diceva lo storico romano Tito Livio che
“È pericoloso, data la facilità con cui si sbaglia, vivere puntando solo sull’onestà.”

“L’onestà è lodata da tutti, ma muore di freddo.” (Giovenale)

Il filosofo Benedetto Croce dà una definizione di onestà nella vita politica. Continue reading

Spinoza, Paura e superstizione

SpinozaE’ evidente che l’emozione predominante nella classe media occidentale contemporanea sia la paura. Una paura generalizzata del futuro prossimo che di volta in volta si focalizza in questo o quel pericolo concreto.
Un’invasione di migranti disperati i quali rischierebbero la vita pur di venire a compiere il progetto criminale di una “sostituzione di popolo”.
Un complotto dell’establishment industriale che cinicamente ci droga con farmaci nocivi e irrora di scie chimiche i nostri cieli.
Un futuro tecnocratico che condannerà l’occidente a una mancanza di lavoro endemica e ingovernabile.
Un progetto criminale dei tedeschi (rei di essere un popolo serio) che sta usando gli strumenti della finanza per affamare gli altri popoli europei, spalleggiati da esponenti italiani perseguibili nientemeno che di alto tradimento alla Patria. E chi più ne ha più ne metta.

Questa è l’interpretazione della realtà per una larga fetta della società occidentale. La conseguenza di ciò è tutto un innalzare muri, un digrignare di denti, un rifugiarsi tra le mura di casa. In questo contesto prosperano i politici che surfano sulla paura e si propongono come amuleti scaramantici contro la catastrofe imminente, perché indicano un futuro impossibile simile ai tempi mitici in cui “si stava bene” e vendono promesse che non potranno mai essere mantenute, ma che valgono bene un gruzzolo di voti adesso.

Spinoza descrive così il rapporto tra la paura e la superstizione. Continue reading

La Cultura e i suoi paladini

app-culturaTra le categorie di attivisti “social” più prolifici c’è sicuramente quella dei sostenitori e difensori della “cultura”. Non passa giorno che qualche illuminato rappresentante del popolo non ci ricordi che “si deve ripartire dalla cultura”, “che con la cultura si può e si deve mangiare”. Tali affermazioni si accompagnano solitamente a iniziative volte a incrementare il business turistico, e quindi il discorso potrebbe finire qui.

Tuttavia Giangiacomo Feltrinelli disse che “la parola Cultura mi appare gigantesca, enorme, degna di non essere scomodata di continuo.”

Cos’è quindi la cultura? Partiamo dalla sua etimologia e dal suo originario significato latino: cultura, deriva da colĕre «coltivare». Visto che si coltiva per ottenere dei frutti, basiamo un ragionamento sull’idea “pragmatica” che la cultura sia legata alla capacità di creare e dar vita a qualcosa di nuovo, piuttosto che riferirci soltanto alle radici, ovvero al patrimonio artistico e monumentale, o al complesso di usi e costumi che identificano ogni gruppo etnico.

La cultura di un popolo è qualcosa che tutti i giorni si rinnova, per forza di necessità, e l’innovazione è l’unica strada per preservare una cultura. Innovazione, anch’essa parola di l’origine latina, da “Novare” far nuovo, ovvero, alterare l’ordine delle cose stabilite per fare cose nuove, o fare le stesse cose che si fanno da secoli, ma in modo nuovo. Il presupposto per innovare, può non essere una profonda conoscenza della realtà in cui viviamo?  Continue reading

Invettive tra politici. “Non hai amministrato neanche un condominio!”

condominioDa che esiste la politica, gli avversari pretendenti al potere si sono affrontati a muso duro, spesso mettendo in evidenza le manchevolezze dell’altro e assai raramente esponendo le proprie soluzioni per vincere le difficili sfide legate all’amministrazione di una società complessa.

L’emergere di una nuova forza politica tacciata a torto o a ragione di inesperienza, ha portato in auge una nuova invettiva, che si sente ripetere molto spesso nei talkshow di approfondimento serale.

“Lui si propone a governare la città/regione/Paese, ma nella sua vita non ha amministrato nemmeno un condominio!!”. Continue reading