“Parlare male di qualcuno è spaventoso. Ma vi è qualcosa di peggio: non parlarne.”
Oscar Wilde
Cosa spaventa più di tutto gli uomini pubblici cicguettanti di ogni razza e specie? L’indifferenza nei loro confronti, senza dubbio. Per questo li vediamo surfare sulla cresta dell’onda della loro popolarità, propagandare soluzioni facili, neanche fossero superman, alternare schizofrenicamente sorrisi colmi di solidarietà umana a insulti irripetibili espressi con inaudita violenza verbale.
Più parlano e più ricevono approvazioni, come like, share, retweet, commenti di incoraggiamento, ma anche disapprovazioni, sfottò, risposte piene di odio, e più continuano annebbiati come sono dalla droga della soro popolarità.
Mettendoci nei loro panni riusciamo a sentire l’ansia, il terrore, nell’istante in cui postano qualcosa di nuovo. “Oddio, che succede se nessuno risponderà a quest’ennesima provocazione?” o quando stanno per leggere nuovi sondaggi “Avere mandato affan.. tutto e tutti, avere calpestato la dignità di persone, essermi fatto fotografare nel presepe tra il bue e l’asinello, quanto avrà fruttato?”
Se è vero ciò che diceva Antonio Gramsci
“Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.”
forse oggi potrebbe esistere un’indifferenza positiva, unica arma contro la gara a chi la spara più grossa.