Femminicidio è un neologismo diventato di uso comune per indicare un delitto compiuto da un uomo su una donna, molto spesso nell’ambito di una coppia. A molti questo termine non piace ed io sono una tra questi. Il fenomeno ha ormai una portata che non passa inosservata anche perchè i media ne parlano continuamente. L’uccisione del partner femminile di una coppia, sembra che sia diventato un metodo estremo e veloce, usato da alcuni uomini privi di srupoli, per tornare ad essere liberi……
Tanti anni fa, quando ancora non esisteva la legge sul divorzio, Pietro Germi girò un film di costume che s’ intitolava “Divorzio all’italiana”, in cui un marito per tornare ad essere libero ed impalmare la giovane amante, ricorreva a mezzi estremi: una macchinazione elaboratissima per arrivare al “delitto d’onore”, all’epoca ancora in vigore!
Oggi il divorzio è un’atto giuridico a cui si ricorre abbastanza spesso e senza tanto riflettere. Perchè allora questi mariti sui generis, fanno sparire le mogli avanzando la tesi che esse, abbandonando inspiegabilmente i figli (a cui sono legatissime), si sono allontanate volontariamente? La risposta è abbastanza semplice: l’uomo sa ormai che il divorzio lo porterà, gioco o forza, in uno stato di povertà indotta dalla divisione della coppia. Meglio eliminare il coniuge che ti potrebbe ridurre in rovina…….Ed allora questi mariti, nemmeno tanto contriti all’apparenza, costruiscono alibi e teorie che depistano e rallentano gli inquirenti. Le cronache sono piene di questi casi che appassionano l’opinione pubblica e che vengono catalogati “femminicidi”: Una parola che ha una punta di disamore verso le donne. Quando una donna viene uccisa chiamiamolo col suo nome : “Omicidio” e se gli vogliamo dare una connotazione più precisa, magari chiamiamolo “Omicidio rosa”!