Femminicidio: o meglio “Omicidio rosa”?

Femminicidio è un neologismo diventato di uso comune per indicare un delitto compiuto da un uomo su una donna, molto spesso nell’ambito di una coppia.  A molti questo termine non piace ed io sono una tra questi. Il fenomeno ha ormai una portata che non passa inosservata anche perchè i media ne  parlano continuamente. L’uccisione del partner femminile di una coppia, sembra che sia diventato un  metodo estremo  e  veloce, usato da alcuni uomini privi di srupoli, per tornare ad essere liberi……

Tanti anni fa, quando ancora non esisteva la legge sul  divorzio, Pietro Germi  girò un film  di costume che s’ intitolava “Divorzio all’italiana”, in cui un marito per tornare ad essere libero ed impalmare la giovane amante, ricorreva a mezzi estremi: una macchinazione  elaboratissima per arrivare al “delitto d’onore”, all’epoca ancora in vigore!

Oggi il divorzio è  un’atto giuridico a cui si ricorre abbastanza spesso e senza tanto riflettere. Perchè allora questi mariti  sui generis, fanno sparire le mogli  avanzando la tesi che  esse, abbandonando inspiegabilmente i figli  (a cui sono legatissime), si sono allontanate volontariamente?  La risposta è abbastanza semplice: l’uomo sa ormai  che il divorzio lo porterà, gioco o forza, in uno stato di povertà indotta dalla divisione della coppia. Meglio eliminare il coniuge che ti potrebbe ridurre in rovina…….Ed allora questi mariti, nemmeno tanto contriti all’apparenza, costruiscono alibi e teorie che depistano  e rallentano gli inquirenti. Le cronache sono piene di questi casi che appassionano l’opinione pubblica e che vengono catalogati “femminicidi”:  Una parola che ha una punta di disamore verso le donne. Quando una donna viene uccisa chiamiamolo col suo nome : “Omicidio” e se gli vogliamo dare una connotazione  più  precisa, magari chiamiamolo “Omicidio rosa”!

Yara: perchè?

A quasi due anni dal ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, l’autopsia avrebbe accertato che l’assassino colpì ed uccise la sfortunata ragazzina subito dopo averla portata a Chignolo d’Isola, luogo in cui tre mesi dopo fu ritrovata casualmente.

Perchè tutto questo tempo senza alcuna verità certa?
Perchè tante notizie a….. stillicidio?
Perchè si cercano DNA a tutto tondo e non si indaga sulle cose certe?
Per esempio chiarire la provenienza dell’arma impropria con cui è stata uccisa Yara  e cioè un taglierino professionale da piastrellista?
E’ verosimile che uno strumento di tale tipo sia in uso ad un operaio di cantiere edile. Ed in quel cantiere sicuramente c’è la risposta a tutto…….. ma non si riesce ad avere alcuna certezza.
Nemmeno la traduzione dalla frase pronunciata dall’operaio marocchino indagato per il delitto, riesce ad avere una traduzione certa!
Ormai a nessuno sfugge il fatto, per quello che ci è dato sapere, che chi indaga non ha cavato ancora un ragno dal buco….ma perchè?
Gli unici investigatori coerenti in questa vicenda sembrano essere  stati fin’ora solo i cani molecolari,  che subito si fiondarono nel cantiere di Mapello!
Le ultime notizie quindi ci rivelano che la piccola Yara è morta circa un’ ora dopo l’uscita dalla palestra…… e nello stesso luogo dove è stata ritrovata……Se vero, sarebbe molto importante perchè si potrebbe verificare chi si agganciava con il cellulare  a quei luoghi proprio in quel lasso di tempo in cui il delitto veniva compiuto.
Quello che ci turba in questa triste vicenda è che troppo tempo è passato…e la giustizia sembra una meta sempre più lontana.

Parolisi ha avuto l’ergastolo! E i politici…….

Parolisi ha avuto l’ergastolo! Il primo round di questa storia infinita ha partorito una sentenza!  Il caporal- maggiore , addestratore di reclute appetitose e burgiardo incallito ha avuto la sua prima sentenza!  A questo punto pensiamo che finalmente i media si calmeranno un pò e ci lasceranno assaporare un pomeriggio o una serata in TV senza che il fantasma della povera Melania venga evocato ad ogni alzata di ingegno di opinionisti o tecnici specializzati che sciorinano le teorie e  i commenti più disparati che invece di mettere chiarezza creano confusione e travisazioni nella già ingarbugliata realtà .

Oggi  stavo seguendo da buona siciliana gli esiti delle elezioni regionali  (esiti disarmanti ed anche questi ingarbugliati….. i cui “colpevoli” non avranno mai l’ergastolo! ) quando presa da stanchezza per le solite valutazioni politiche , mi sono avventurata in un salta-canale che mi facesse sbollire lo sconcerto che provavo in quel momento………quando mi imbatto ancora in Parolisi! Parolisi adesso dopo la condanna, è dipinto come vittima sacrificale di chissà quale complotto ordito alle sue spalle e quindi sarebbe innocente!  Non ha commesso l’atroce  delitto perchè non c’è la prova regina , ed ogni indizio che lo mette in cattiva luce , si presterebbe a molteplici interpretazioni….. …La sensazione che ricevo è che c’è un interesse, nemmeno tanto nascosto, a parlare di questo brutto caso che fa tanta “audience” ed allora si “allunga il sugo” ovvero si stiracchia l’argomento fino a sfiorare il ridicolo….  io quasi quasi mi offendo….mi sento presa per i fondelli.

Sono tornata ai programmi sulle elezioni in sicilia e ne ho apprezzato la crudele realtà: Astensionismo alle stelle e un trionfo delle “5 stelle”……. che al di là degli esiti finali delle votazioni è il “vero esito di queste elezioni” ! Noi poveri telespettatori  dobbiamo proprio credere a tutto quello che ci dicono?

Una storia vera: Esistono ancora i lager!

Una storia vera:

Un signore  anziano, affetto da una malattia mentale, è stato ospite pagante per due anni in una casa di riposo per la cui cura psico-fisica “l’amministratore di sostegno” ha pagato una retta mensile elevatissima più spese extra…. e da dove, superando moltissime difficoltà, è stato  portato via ed inserito  in una struttura adeguata………solamente quando era in una condizione psico-fisica disastrosa. Quando è stato trasferito nella casa famiglia  dove si trova adesso, era uno scheletro e pesava 47 chili. Era  in uno stato di terribile; non solo magro da far paura ma  anche vestito di stracci e sporco, con le unghie dei piedi che somigliavano ad artigli. I suoi bagagli erano due sacchetti  della spesa che contenevano abiti sporchi e in uno stato pietoso ….nonostante poco tempo prima gli fossero stati forniti abiti che erano costati 300 euro.

Non voglio fare commenti perchè i fatti parlano da soli…….ma chi ha responsabilità si vergogni! Però mi chiedo: quanti poveri disgraziati sono nelle stesse condizioni e nessuno li aiuta? La campagna per la tutela degli animali è leggittima e doverosa ma perchè i malati mentali devono valere per la società meno degli animali? Per fortuna quel signore, ha una famiglia che non lo ha mai abbandonato e che si è battuta contro  “tutto” e “tutti”  per consentire che avesse il giusto accudimento con un retta che è adesso perfino di gran lunga inferiore a quella pagata in precedenza.

Brindisi: L’attentatore è uno squilibrato?

Sull’attentato omicida alla scuola Morvillo – Falcone di Brindisi del 19 maggio  ci sono grosse novità! Le telecamere di sorveglianza, installate nelle zone adiacenti alla scuola, hanno ripreso il killer che azionava il telecomando  collegato con l’ordigno che ha ucciso una ragazza e ferite altre cinque.

Si ha l’impressione che  questo disgraziato abbia architettato tutto da solo, usando tecnologie mediocri che ricordano molto le azioni vigliacche di ‘ “Unabomber”  l’individuo che negli anni scorsi ha creato tanti danni alle persone  con gli oggetti esplosivi lasciati in giro senza una regola prevedibile. L’ Unabomber  italiano non è stato mai scoperto, anche se un ingegnere fu  incriminato e successivamente prosciolto sulla base di una perizia  discutibile . Con le dovute proporzioni il “Bombarolo di Brindisi” sembra uno che vuole colpire per il gusto di colpire, e magari stare lì a guardare a godersi la scena. E’ quasi sicuramente un individuo che dovrebbe essere curato perchè affetto da una sindrome pericolosa che lo porta ad agire contro vittime ignare ed innocenti. Continue reading

Brindisi: Bombe alla scuola Morvillo-Falcone

Alle ore 8.00  di oggi 19 maggio 2012 si sono udite due esplosioni di fronte l’istituto professionale Morvillo-Falcone di Brindisi.Una ragazza è morta, 15 studenti sono feriti tra cui una ragazza gravissima che lotta con la morte. L’edificio scolastico è ad appena trenta metri dal tribunale, ed è stato immediatamente sgomberato.
Anche  il Palazzo di giustizia è  stato circondato da forze dell’ordine e artificieri di carabinieri e polizia. Le schegge prodotte dalle esplosioni hanno raggiunto negozi  fino a duecento metri di distanza.
Gli ordigni – forse tre – erano stati collocati su un muretto vicino ad un’istituto professionale . I ragazzi sono  rimasti colpiti mentre passavano di lì per andare a scuola. Dopo le deflagrazioni ci sono state delle scene di panico e disperazione . Non si sa ancora con certezza  chi possa avere compiuto l’incredibile gesto. Però tante le coincidenze : oggi a Brindisi farà tappa la Carovana della legalità , L’istituto scolastico è intitolato a Morvillo-Falcone , vittime emblematiche della mafia di cui tra pochi gironi  saràricordato il ventennale del loro sacrificio, ed infine la scuola aveva vinto recentemente un premio per un concorso sul tema della legalità. Il nome della giovane vittima (16 anni) è Melissa Bassi e la ragazza ferita gravemente si chiama Veronica Capodieci. Continue reading

Falcone e Borsellino…..venti anni che aspettano

Era il 23 maggio del 1992 ed era  pomeriggio avanzato. Mi trovavo sul balcone ad innaffiare le piante e a godermi un pò di sole primaverile. Sento in lontananza che suonano alla porta …… apre mio marito e fa entrare  qualcuno …..è un nostro amico che abita nel palazzo… ne riconosco la voce….sento che parla in modo  concitato ma non capisco le parole: mi allarmo e rientro subito in casa con l’innaffiatoio ancora in mano: “Una strage! Falcone , la moglie e l’autista …….sono in fin di vita ……..non si hanno ancora notizie certe” ….ripete per me l’amico. Non potrò mai dimenticare quel momento, è stato terribile….dopo tanti avvenimenti inquetanti ci aspettavamo ancora qualcosa…….  però mai un attentato di tipo terroristico con tanto di bombe piazzate sotto un cavalcavia dell’autostrada , e preparato così accuratamente che  sicuramente molti  sapevano. Un attentato troppo ragionato  per essere solo una vendetta della mafia…….altre menti hanno sicuramente collaborato a questo scempio. Ma ancora dopo venti anni , completa chiarezza non si è  potuta fare.

Il 19 luglio del 1992 eravamo stati in gita a Castelbuono! Una domenica spensierata con la famiglia e gli amici. C’era tanto caldo, ma a luglio è normale…..Non avevamo ancora i telefonini per cui la notizia dell’attentato a Borsellino l’abbiamo avuta appena rientrati in casa quando mia figlia  chiamò una compagna di scuola e questa le raccontò ancora impaurita dell’immane eslposione che aveva scosso la città poche ore prima e della tremenda strage che aveva provocato. Una sensazione di freddo intenso  in un pomeriggio caldo ed afoso ….e la certezza che ormai eravamo in una fase incontrollabile. Prima Falcone e dopo pochi mesi anche Borsellino.E’ stato ancora peggio la seconda volta,  perchè la riterazione del crimine era il segnale inequivocabile che qualcosa stava sfuggendo al controllo ed eravamo tutti in una situazione di forte allarme.

In questi lunghi anni abbiamo rivissuto ad ogni anniversario questi eventi luttuosi,  ed ogni volta ci siamo chiesti. Perchè? Perchè tanta efferatezza?  Perchè tanto fragore ? Sono stati  sicuramente stragi di matrice mafiosa, ma sono stati sopratutto  atti di intimidazione per chi avrebbe potuto continuare l’opera iniziata dai Giudici Palermitani. Chi aveva timore che le loro inadagini raggiungessero territori intoccabili? Ce lo chiediamo ancora e alle tante ipotesi trovate  e divulgate in questi due decenni possiamo dire che ancora non abbiamo avuto risposte chiare e certe. Ma Falcone e Borsellino,  che ormai sono il simbolo della legalità non solo in Italia ma nel mondo, saranno sempre ricordati come  esempio di dedizione e sacrificio verso lo stato, e sta a noi far si che, giorno dopo giorno, le loro idee continuino ad essere  diffuse e condivise da tutti quelli che amano la legalità.

La violenza sulle donne

La signora Clio  Maria Bittoni,  moglie del nostro  Presidente  della Repubblica Giorgio Napolitano, ha scritto una lettera al Direttore di Repubblica. L’argomento trattato è “la violenza sulle donne.

In questa lettera, che riassumo per brevità, la signora Clio porta l’attenzione sui numerosi fatti di cronaca che hanno interessato le donne e cerca di capire  sotto quale aspetto può essere analizzato un fenomeno così preoccupante per la violenza che lo caratterizza e sopratutto per l’ampiezza del fenomeno. Aggiunge: forse il fenomeno è così diffuso solo perchè adesso le donne hanno più strumenti per difendersi e quindi non hanno paura di denunciare le violenze che spesso avvengono tra le mura domestiche?

Cioè è sempre stato così e solo adesso se ne viene a conoscenza? Non lo sapremo mai con certezza, ma è certo che spesso le denunce delle donne maltrattate non vengono prese sul serio da chi dovrebbe,  e così questi profondi disagi si trasformano  in orrendi delitti o in presunti allontanamenti  volontari che poi non si  sono rivelati tali……… ma efferati delitti di cui le cronache sono piene. Le donne quando denunciano le violenze o le molestie o lo stolking sono arrivate a un tal punto che non riescono più a vivere e quindi vanno prese in seria considerazione e protette adeguatamente. I colpevoli, una volta individuati come tali,  vanno puniti in maniera esemplare e velocemente per evitare  le vendette che spesso portano al delitto spesso ben camuffato. Molti uomini violentano ed uccidono  per un malsano senso del possesso assoluto verso le loro donne. Non accettano che queste decidano di denunciare e magari andare via a trovare serenità altrove….E  forse sullo spunto di queste dichiarazioni di allontanamento,  il marito decide di allontanare la moglie a modo suo…..e  ben organizzandosi per farla franca. Continue reading

Le idi di marzo del 44 a.C.

Durante una seduta del Senato di Roma, fu assassinato Giulio Cesare: erano le Idi di marzo del 44 a.C.

Cesare fu ucciso sia dai nemici a cui aveva concesso clemenza, che dagli amici a cui aveva dispensato onori e gloria , nonchè da chi aveva amato tanto da nominarli suoi eredi. Il popolo romano  rimpianse amaramente Cesare perchè egli aveva operato per il bene dell’impero come nessun altro. Per ucciderlo, presero parte alla congiura più di 60 persone, ed a capo di essi vi furono Cassio (il vero promotore del delitto), e Bruto. La data dell’assassinio fu decisa dopo lunghe discussioni ed infine fu scelta quella in cui sarebbe stato convocato il Senato di Roma. A tale scopo i  congiurati portarono le armi in Senato racchiuse in casse di legno, fingendo che  queste contenessero documenti molto importanti. La mattina del 15 marzo del 44 a.C. (appunto le idi di marzo) Cesare non si sentiva bene, tanto che la moglie Calpurnia, avendo avuto dei tristi presentimenti, lo scongiurò di non andare in Senato. Cesare pertanto aveva deciso di annullare la sua partecipazione… ma i congiurati inviarono Bruto perchè lo convincesse ad  onorare l’impegno. Così non dando ascolto alle preghiere della moglie,  fidandosi di Bruto che per lui era come un figlio, e sopratutto per non offendere i senatori che già lo aspettavano, Cesare cedette ed andò….. Quindi verso l’ora quinta (le undici circa) Cesare si avviò  verso la morte. In 60 lo trucidarono. Alla prima pugnalata Cesare reagì, ma subito dopo si coprì il volto con il mantello non volendo mostrare per pudore quanto stesse soffrendo. Quando, dopo 23 pugnalate, cadde a terra privo di vita,  tre schiavi lo deposero in una lettiga e lo riportarono a casa. Cesare aveva 56 anni. Da allora le idi di marzo furono tristemente ricordate per questo tragico evento e Bruto divenne il simbolo del vero traditore…..prima ancora di Giuda.

Scattone: docente incaricato nel liceo frequentato da Marta Russo

Il caso sicuramente gioca qualche volta strani scherzi. Ma del caso di Scattone, docente nel liceo a suo tempo frequentato da Marta Russo,della cui morte è stato riconosciuto colpevole, non mi dite che è solo una strana coincidenza. La preside del liceo in questione si trincera in una frase che suona pressapoco così: Scattone non e interdetto dai pubblici uffici e quindi sono tenuta a eseguire quanto deciso dai miei superiori. Ma noi ci chiediamo: va bene signora Preside lei non può fare nulla………ma il sig Scattone per motivi di decenza poteva almeno rifiutare ed optare per un’altra  sede…..ci sono tantissime altre scuole …….proprio quella doveva essere?  A nostro avviso in tutto questo c’è una discutibile provocazione del prof. Scattone: evidentemente vuole che si parli ancora di lui e quale occasione è  migliore di questa per tornare alla ribalta!  Questa scelta  penso che  gli si ritorcerà contro. Il pubblico è indignato o forse meglio dire sconcertato…..al pensiero di quella povera madre che vede una persona condannata per l’uccisione della figlia,  diventare docente  e quindi “educatore ” in un liceo,  proprio lo stesso liceo dove ha frequentato la figlia persa così tragicamente. Pare inoltre che molti allievi  del liceo non gradiscano la  presenza  di Scattone nell’istituto…ma ci chiediamo: Professore…. non potrebbe trovare un’altro lavoro più adatto a lei? Nella veste di educatore  non risulta credibile!