Gli italiani e la comunicazione

“Tutti vogliono esser capiti, ma pochi sanno farsi capire.” (Roberto Gervaso)

Piero Ottone racconta di avere visitato una mostra ___ e …. di non averci capito niente.

L’allestimento era bellissimo addirittura suggestivo, la comprensione era affidata a piccoli cartoncini che con caratteri minuscoli spiegavano il significato delle varie unità esposte.

Questi cartoncini in buona sostanza erano un invito alla loro “non lettura”.

Ottone da questa esperienza ricava un fenomeno più generale che individua “tutto italiano”, l’indifferenza di chi comunica ad essere compreso quasi un atto di spregio di chi sa verso chi non sa.

Esemplifica ricorrendo alla sua professione, il giornalismo, dove rileva che questo fenomeno è quanto mai diffuso. Nelle occasioni in cui un evento si prolunga nel tempo e quindi bisogna scriverne più giorni consecutivi, ben difficilmente chi ha perso la lettura dei primi 3 articoli è in grado di comprendere il quarto.

Che questo fenomeno sia realmente connaturato con noi lo possiamo desumere tanto riflettendo su alcuni episodi della nostra vita che ce ne danno testimonianza diretta, sia ricordando qualche modo di dire quale ad esempio “Il professor Mario Rossi è bravissimo, peccato che quando spiega non si capisca niente”.

Voglio ricordare un episodio che risale al lontano 1969 nel pieno delle proteste giovanili del cosiddetto “sessantotto”. Continue reading

Scattone: docente incaricato nel liceo frequentato da Marta Russo

Il caso sicuramente gioca qualche volta strani scherzi. Ma del caso di Scattone, docente nel liceo a suo tempo frequentato da Marta Russo,della cui morte è stato riconosciuto colpevole, non mi dite che è solo una strana coincidenza. La preside del liceo in questione si trincera in una frase che suona pressapoco così: Scattone non e interdetto dai pubblici uffici e quindi sono tenuta a eseguire quanto deciso dai miei superiori. Ma noi ci chiediamo: va bene signora Preside lei non può fare nulla………ma il sig Scattone per motivi di decenza poteva almeno rifiutare ed optare per un’altra  sede…..ci sono tantissime altre scuole …….proprio quella doveva essere?  A nostro avviso in tutto questo c’è una discutibile provocazione del prof. Scattone: evidentemente vuole che si parli ancora di lui e quale occasione è  migliore di questa per tornare alla ribalta!  Questa scelta  penso che  gli si ritorcerà contro. Il pubblico è indignato o forse meglio dire sconcertato…..al pensiero di quella povera madre che vede una persona condannata per l’uccisione della figlia,  diventare docente  e quindi “educatore ” in un liceo,  proprio lo stesso liceo dove ha frequentato la figlia persa così tragicamente. Pare inoltre che molti allievi  del liceo non gradiscano la  presenza  di Scattone nell’istituto…ma ci chiediamo: Professore…. non potrebbe trovare un’altro lavoro più adatto a lei? Nella veste di educatore  non risulta credibile!

James Hillman: si è spento il poeta dell’anima.

Il filosofo James Hillman si è spento a 85 anni nella sua casa di  Tompson, nel Connecticut: era malato da tempo. Fu allievo di Carl Gustav Jung e in seguito direttore dell’istituto di Zurigo intitolato al grande psicoanalista. “Il codice dell’anima” (1996)  è  il libro che ha decretato  il successo  di Hillman. Il libro  è diventato ben presto un best-seller, e in Italia ( pubblicato  da Adelph nel 1997) ha venduto  ben 40 mila copie e tirato otto edizioni. Adelphi  ha pubblicato inoltre : “Anima”, “Fuochi blu”,”Un terribile amore per la guerra”,“Il mito dell’analisi”, “La forza del carattere”, “Saggio su Pan”, “Pur aeternus”, “Il suicidio e l’anima”, “Il sogno e il mondo infero”,”La vana fuga dagli dei” e “L’anima del mondo”.Invece “Cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio” è stato pubblicato dall’editore Raffaello Cortina. James Hillman nasce  ad Atlantic City il 12 aprile 1926; nel 1949 conseguì il master all’Università di Zurigo, facendo il training psicoanalitico al Carl Gustav Jung Institute. Dopo una breve esperienza in India si stabilì a Zurigo, dove divenne allievo di Jung. La sua attività professionale ha abbracciato un periodo di ben  trentacinque anni che va dal 1960 al 1995. Nel 1969, dopo avere portato avanti per anni terapie di tipo junghiano, a seguito di una crisi rientrò negli USA dove lanciò una nuova scuola di indirizzo junghiano basata sulla cultura e l’immaginazione :nasce così  la psicologia archetipa che ebbe quasi subito un successo enorme tanto da fare di Lui una sorta di “Guru dell’anima”. Fondò inoltre il Dallas Institute of Humanities and Culture. Nel 1984 si trasferì a Thompson (Connecticut), alternando l’insegnamento alla stesura di libri e saggi . Ha insegnato  inoltre nelle Università di Yale, Syracuse, Chicago e Dallas, e, seguendo il filo delle proprie riflessioni,  si è dedicato anche ad una intensa attività di animazione culturale, rivolta ad artisti, architetti, educatori, operatori sociali……..Hillman è stato un docente  non riducibile in schemi accademici, ottimo scrittore,  più filosofo che psicologo, è riuscito ad evidenziare e a far condividere la necessità, per l’uomo post-moderno, di riconoscere e coltivare le connessioni mentali e psicologiche che lo legano alle sue radici culturali antiche, o addirittura arcaiche. 

Gelmini rinsavita od opportunista?

La Gelmini non vuole più tollerare tagli sulle spese .E’ stata dura ma infine ha capito! A noi resta di capire perchè sarebbe rinsavita……cosa è cambiato nel suo cervello che abbia attivato le sue sinapsi che  a loro volta hanno  consentito ai suoi neuroni intorpiditi di funzionare. Le trema la sedia o ha interessi più reconditi? La Gelmini  per noi resta un mistero fitto: un mistero come sia potuta diventare ministro dell’istruzione, un mistero come abbia potuto mantenere quella faccia tosta mentre affermava pubblicamente verita altamente contestabili.  Sono forse aumentati gli studenti  scesi in piazza a protestare e a pretendere ascolto e questo la turba? Mah! Io penso che forse la maternità le abbia fatto bene; forse ha cominciato a capire che il problema dell’istruzione  non si limita all’area circoscritta dalle mura degli edifici in cui si insegna, ma investe tutta la società. Una buona scuola fa  studenti preparati che a loro volta  formano una buona società civile che è utile a tutti anche al  Ministro ed ai suoi figli: è nell’interesse di tutti che la nostra nazione progredisca in sintonia con tutto il resto del mondo. Ignoranza ed impreparazione significano inesorabilmente  arretratezza e povertà……….. in tutti i sensi .

La scuola felice di Maria Stella Gelmini

Non possiamo dire di avere perso occasioni per esprimere giudizi poco lusingheri sull’operato di Maria Stella Gelmini (chiamarla ministro ci viene proprio duro). La signora in effetti ha una sola responsabilità, quella di avere accettato un ministero così importante come quello dell’Istruzione senza avere alcun requisito per potere onorare l’incarico con un minimo di decenza. Ciò evidentemente non la giustifica, perché tra le responsabiltà di ciascuno di noi c’è anche quella di sapere valutare se siamo o meno all’altezza di un determinato compito, in particolar modo se gli effetti delle nostre azioni possono avere effetti sugli altri. Semprechè ovviamente possediamo un minimo di intelligena e di onestà intellettuale.
E’ fuori dicussione che il sistema formativo italiano vada riformato profondamente: nessuno lo mette in dubbio. E’ semmai da approfondire secondo quali linee avviare questa riforma per razionalizzare il sistema accrescendone l’efficienza.
La ricetta dellla Gelmini, tanto cinica quanto inutile, si limita a prevedere l’espulsione degli insegnanti, 20 mila per il 2011, che si aggiungono a quelli espulsi nel biennio precedente. “La scuola non ne risentirà” sentenzia la signora. Così le famiglie, come leggiamo nelle cronache locali di tutti i quotidiani della penisola, forniscono agli istituti frequentati dai loro figlioli carta igienica, stufe e quant’altro può servire a rendere la frequenza meno disagiata.
Abbiamo già detto e ribadiamo che la peggiore nefandezza commessa da Berlusconi è stata nominare questa signora ministro dell’Istruzione. E’ stato forse ancor più grave di avere nominato la Brambilla ministro del Turismo per continuare ad occuparsi dei team della libertà. La qualità degli interventi della signora Gelmini non è da meno. Intanto non si parli di scuola, ma piuttosto nella munificienza del capo che stessa ha visto durante qualche trasferimento aereo tra Roma e Milano firmare assegni da consegnare a gente bisognosa.

Berlusconi, Gelmini e il Bunga Bunga

Sbaglia di grosso chi ritiene che tra le nefandezze imputate a Berlusconi, la più grande sia l’organizzazione dei festini di Arcore. Sbaglia anche chi ritiene che al primo posto ci sia la corruzione dei giudici o qualche spericolata operazione finanziaria per creare provviste di denaro nero in qualche paradiso fiscale.
Tutto ciò è poca cosa di fronte al reato dei reati, cioé di avere affidato a Maria Stella Gelmini il ministero dell’Istruzione, il ministero cioé responsabile della politica della formazione e quindi della preparazione dei giovani ad affrontare il domani.
La Gelmini ha dimostrato di non capire nulla della materia affidatale: da pessima studentessa, come raccontano le cronache, ad ancor peggiore ministro. Non ha fatto tutto da sola. Si è intestato il vanto di una riforma universitaria che non cambia di una virgola l’esistente, senza che l’opposizione impegnata a raccogliere 10 milioni di firme per invitare Berlusconi alle dimissioni, ha mantenuto un religioso silenzio.
Ciò che la Gelmini sta facendo o le stanno facendo fare sulla scuola di ogni ordine e grado è “un crimine contro le giovani generazioni”, e duole che questo crimine venga perpetrato senza che l’opposizione dica una sola parola.

L’incubo della Gelmini

“Che ne sarà di me, quando non ci sarà più Silvio?” E’ l’interrogativo angoscioso che affligge tra gli altri anche Maria Stella Gelmini, la prode ministro dell’Istruzione. Negli ultimi mesi non può dirsi che non si sia dat da fare. Ha costituito l’associazione Liberamente, ha cercato sponde alle quali appoggiarsi nei momenti del bisoggno. La sponda più naturale sembra essere stata individuata nella Lega, partito in crescita che potrebbe dare ricovero a tanti senza casa. Perché il rischio di rimanere fuori dal Parlamento quando prima o poi si andrà a votare è quanto mai concreto.
E allora Maria Stella Gelmini dice la sua sulla ricorrenza del 17 marzo schierandosi dalla parte della Lega che vuole non festeggiare la ricorrenza. Insorgono i Presidi dei quali il ministro invade il campo di competenza.
Se il prossimo Parlamento non avrà la Gelmini tra i suoi membri, noi certo non ne soffriremo. Al contrario ci auguriamo che l’esodo possa essere massiccio. Ancora una volta ci affideremo ad uno dei partiti dell’opposizione nella speranza, più che nella fiducia, che finalmente sappiano valorizzare il nostro voto.

Gli studenti non stanno in Parlamento

Che la ministra Gelmini si sia rifiutata sempre e pervicacemente di incontrare gli studenti e le forze sociali per raccogliere i loro umori sulla riforma univesitaia che intendeva varare, non deve sorprendere più di tanto. E’ ormai sempre più chiaro a tutti che la ministra evita ogni confronto perché non è in grado di sostenerlo dialetticamente. Cosa potrebbe obiettare a chi, conoscitore di cose universitarie anche superficialmente, le dimostrasse in soli 1-2 minuti che la moralizzazione di cui lei si riempie la bocca, sono soltanto parole vuote? E che anzi, se possibile, il sistema concorsuale introdotto dalla nuova legge è addirittura peggiore del precedente?
In aggiunta, quanto avvenuto nei mesi precedenti, cioé la sostanziale convergenza sul progetto di riforma di tutte le forze politiche presenti in Parlamento deve aver convinto ulteriormente il ministro di stare dalla parte della ragione. Perché allora ricevere gli studenti? Non sono essi forse già ben rappresentati dai partiti di governo e di opposizione?
Un ministro dovrebbe avere anche altri sensori. La Gelmini non li ha, ed è questo che ci fa dubitare seriamente della sua intelligenza. Quando Berlusconi le poggiò la spada sulla spalla nominandola ministro, allo stesso modo in cui Caligola aveva nominato senatore il propro cavallo, dovette anche dirle. Non avere paura ragazza mia, agli italiani puoi dire ciò che vuoi. Io da 15 anni dico che ridurrò le tasse: le ho aumentate e loro continuano a votarmi con entusiasmo. Importante non è cosa si dice, ma come si dice!
E la ragazza si adeguò all’insegnamento.

La Gelmini a difesa del bidone

- Caligola ha fatto senatore il suo cavallo? Ebbene io farò di meglio, eccovi Maria Stella Gelmini ministro dell’Istruzione!
– Bravo padrone – esclamarono i collaboratori più stretti del capo – è un’idea geniale!
Qualcuno che non aveva mai sentito pronunciare il nome della candidata all’importante incarico, chiedeva a chi gli era seduto vicino quali fossero le misure del futuro ministro, non ricevendo, nella maggior parte dei casi, alcuna risposta.
L’imbarazzo che serpeggiava tra i presenti eccitava sempre di più il capo, il quale si convinceva di avere fatto la scelta giusta. Che la Gelmini fosse ignorante lo sapeva per certo, che fosse pressocché sconosciuta era un’ulteriore dimostrazione della sua onnipotenza.
Tuttavia c’è poco da scherzare. Il disprezzo verso un popolo non poteva essere espresso con maggiore efficacia che nominando la Gelmini ministro dell’istruzione. In oltre 2 anni ha sempre evitato di confrontarsi con chicchessia, lo stesso canale che ha istituito su youtube è disabilato ai commenti. Racchiusa nel suo bunker, con la complicità di tanti che oggi tentano di sfilarsi, sta provando ad assestare le ultime picconate al sistema scolastico nazionale. Agli studenti ed alle migliaia di professori e ricercatori che in questi giorni stanno protestando contro il progetto di riforma dell’Università, si limita a dire che lo scopo della loro protesta è soltanto la difesa del sistema baronale. A chi le chiede semplicemente di confrontarsi, risponde sempre e soltanto di no.

L’unico errore di Maria Stella Gelmini

Il giorno in cui Berlusconi chiamò Mariastella Gelmini e le disse che l’avrebbe nominata Ministro dell’Istruzione, la ragazza avrebbe dovuto ringraziare con gratitudine obiettando di non essere all’altezza di tale compito. Era stata una cattiva studentessa, aveva dovuto ricorrere a tanti sotterfugi fino alla famosa fuga a Reggio Calabria per sostenere l’esame di abilitazione per Procuratore legale. Se avesse voluto saperne ancora di più il suo capo poteva cliccare sul link che riporta la sua biografia. Ma queste cose la giovane Maria Stella non poteva dirle, non tanto perché non se la sentiva di dire no al suo capo il quale difficilmente sbagliava nelle sue valutazioni, quanto più semplicemente perché non le pensava neppure.

Lei pensò così di appartenere alla schiera di quegli eletti che avevano avuto un rapporto difficile con la scuola perché la scuola a loro stava stretta. Tra tutti il più noto è stato Albert Einstein. E così accettò!

Mariastella si era convinta di essere un’aquila, pur essendo soltanto una gallina, sol perché le avevano detto di volare.

Nei due anni trascorsi al ministero di viale Trastevere ha accumulato il maggior numero di constestazioni che un ministro abbia mai ricevuto. E’ sfuggita ad ogni confronto pubblico, ha dimostrato, e ciò non ha sorpreso nessuno, di non essere neppure lontanamente all’altezza dell’incarico. Senza volere nascondere nessuno dei problemi della scuola, che certo non è stata lei a creare, ha fatto di tutto per peggiorare le cose.

Tuttavia non ci sentiamo di caricarle alcuna responsabiltà. Lei non poteva fare di meglio solo perché non sapeva cosa fosse il meglio. Abbiamo titolato che ha comemsso un solo errore. Ci ricrediamo, non ha commesso neppure quello! L’errore lo ha commesso chi, con bieco cinismo, le ha affidato un tema del quale la poveretta non ha compreso neppure il titolo.