Il “bene” secondo Socrate e altri poeti e filosofi dell’antichità
Alla perenne ricerca del bene
Il bene e il male sono valori assoluti? L’essere umano cerca e vuole il bene? E’ una domanda antica e irrisolta. Socrate ed altri filosofi e poeti dell’antica Grecia e Roma si esprimevano così.
- Nulla può far danno a un uomo buono, né in vita né dopo la morte. Socrate
- C’è un solo bene: il sapere. E un solo male: l’ignoranza. Socrate
- Nessuno, vedendo il male, lo preferisce, ma ne rimane ingannato, parendogli un bene rispetto al male peggiore. Epicuro
- E’ bene, nella vita come ad un banchetto, non alzarsi né assetati né ubriachi. Aristotele
- E’ tutt’altro che facile determinare se la natura si è dimostrata per l’uomo una tenera madre o una spietata matrigna. Plinio il Vecchio
- Chi vi vuole bene, vi fa paura. Aristofane
- Amare significa volere per una persona le cose che si ritengono buone, a motivo di lei e non per sé stessi, ed essere pronti a compiere queste cose, secondo le proprie possibilità. Aristotele
- A ragione definirono il bene: ciò a cui ogni cosa tende. Aristotele
- In realtà non c’è nessun male che non abbia qualcosa di buono. Plinio il Vecchio
- Nessuno deve pensare che, nel corso della vita, tutto debba sempre andargli bene, perché la sorte è volubile e dopo un lungo periodo di sereno è inevitabile che venga il brutto tempo. Esopo
- Vedo ciò che è meglio e lo lodo, ma faccio ciò che è peggio. Ovidio
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