Ogni imprenditore conosce molto bene le proprie esigenze di marketing, soprattutto se si tratta di un piccolo imprenditore ed è persona dotata di grande praticità.
Il marketing nei social networks rimane una sorta di mito. In molti casi è un’ottima teoria che poi risulta nei fatti fallimentare. Sulla materia esistono molte risorse che descrivono le linee guida da seguire per implementare strategie di successo, ma a teorie precise e dettagliate seguono nella pratica scarsi risultati. L’idea di un’azienda “amica” dei propri clienti che comunica online, esponendosi a critiche, continua ad essere una forzatura.
Perché mai, con tutti i problemi che ha l’imprenditore, tra banche, fornitori, tasse, e la poca chiarezza sul proprio futuro a breve (come non capirlo) dovrebbe investire risorse nella gestione della sua pagina facebook o profilo twitter? E se viene posta una domanda imbarazzante, chi risponde? Solo l’imprenditore, che in ogni piccola impresa è al centro di tutta l’organizzazione, può rispondere con autorevolezza ad una critica.
Se l’imprenditore non crede nel marketing online, ogni euro speso in questa attività è un euro che poteva essere speso meglio da un’altra parte, ad esempio al bar. Se l’azienda apre una pagina in un social network senza avere chiaro cosa dire, per poi lasciarla abbandonata, meglio non cominciare proprio. La presenza online fa parte dell’immagine aziendale, quindi se non può essere gestita o se non si hanno le idee chiare su come lasciarla viva oggi e domani, meglio non crearla.
Insieme ai vantaggi che può dare una comunità propria di clienti-fans, primo tra tutti il fatto di essere una cassa di risonanza per le proprie comunicazioni commerciali, un’attività nei social networks può creare dei problemi d’immagine se non decolla e se i posts vengono ignorati, o ricevono commenti negativi. Oltre ai problemi d’immagine può risultare un pessimo investimento, se non aiuta ad aumentare le vendite.
Esistono tuttavia dei casi di successo, che andremo a vedere e che lasciano una speranza sul fatto che il web sociale possa rappresentare un reale volano per l’economia delle piccole aziende italiane.