Sallusti e il revisionismo storico del BungaBunga Ruby
Con Buonanno in Libia munito di kalashnikov e sventolante la bandiera della lega tra integralisti inferociti, e Salvini che va incontro al suo destino di capopopolo, alle prese con tragicomiche diaspore, epurazioni e lotte intestine, abbiamo corso il rischio che questa settimana in Italia non ci fosse nessuno a farci ridere.
Ci avviavamo verso la fine della settimana tristi e abbattuti, quando è arrivata la sentenza della cassazione sul caso della celebre nipote di Mubarak.
Non ci sono le prove per condannare Berlusconi, che non poteva sapere che la sua ospite cubista fosse minorenne.
Ma alla fine chissenefrega. Siamo tutti adulti e maggiorenni, o quasi, e se uno vuole trascorrere il tempo tra festini e intrattenitrici consenzienti, sono fatti suoi.
I coreuti di Berlusconi, Sallusti e Brunetta in testa, un istante dopo la sentenza dei probi giudici della cassazione, hanno iniziato a tuonare nei social e giornali. Anche Salvini ha cavalcato l’indignazione contro la magistratura, una certa magistratura, esprimendosi con il suo mantra preferito “E ora chi paga??!” L’unica certezza che abbiamo è che siamo noi cittadini a pagare lui per farci insultare. Magari lo facesse in modo acuto e intelligente, ma sarebbe chiedere troppo.
Berlusconi in prima persona ha chiesto un risarcimento per il danno di reputazione subìto. Popolo italiano, prepariamoci a ripagarlo, perchè un modo per impoverirci ulteriormente a suo beneficio, lo troverà.
Sull’onda dell’indignazione di gruppo per una sentenza che rende finalmente giustizia a un uomo che ha dovuto subire il peso di atroci condanne, emessa da un tribunale composto da giudici equi, bravi e preparati, Sallusti si è già lanciato nell’opera di revisionismo storico, negando con fermezza l’esistenza di un qualsiasi Bunga Bunga. E’ stata tutta una montatura di toghe rosse e olgettine rancorose, incoraggiati da un popolo guardone e moralista.
Italiani mettetevi in testa che nelle cene eleganti di Arcore si parlava di filosofia teoretica, come suggerisce il livello culturale dei commensali.
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